Degooglizzazione

Degooglizzazione
lista di alternative a google per la degooglizzazione

Liberi dal monopolio di Google: la rivoluzione della deGooglizzazione

Il movimento DeGoogle (in italiano “degooglizzazione”) invita utenti e cittadinə a uscire dalla gabbia digitale di Google. L’obiettivo è chiaro: “rimuovere Google dalla tua vita”, rompendo il monopolio del motore di ricerca e dei servizi on-line più invasivi. Devol.it è infatti il primo gruppo di attivisti in Italia nato proprio per sensibilizzare sul ruolo opprimente di Google nella nostra quotidianità. Oggi, più che mai, una nuova generazione di nodi, comunità e singole persone si stanno mobilitando per sottrarre i propri dati al gigante californiano e riprendere il controllo della propria privacy

Perché dire “no” a Big G

Google offre servizi rapidi e gratis solo in apparenza; in realtà paghiamo mostrando quello che facciamo nella nostra vita. Ogni nostra ricerca, email o mappa condivisa alimenta un enorme database che Google vende agli inserzionisti (e, stando alle rivelazioni di Edward Snowden, spesso condivide anche con agenzie di intelligence). È come accettare “acqua gratis” a patto di far controllare ogni dettaglio della tua vita: chi conosci, cosa guardi in TV, dove vai in vacanza… E la quota di mercato crescente di Google (circa il 90% in Europa) ne fa ormai un potere monopolistico incontestato.

In pratica, non c’è niente di veramente “gratuito”: la tua privacy è il costo nascosto. E come denunciato dall’UE stessa, questo potere di mercato è stato spesso abusato. Nel 2017 la Commissione europea multò Google di 2,42 miliardi di euro per aver favorito illegittimamente il proprio servizio di shopping rispetto ai concorrenti (theguardian.com). Nel 2018 arrivò una supermulta da 4,34 miliardi per aver imposto ai produttori di smartphone di pre-installare Google Search e Chrome sui dispositivi Android (theguardian.com). E nel 2019 altri 1,5 miliardi di multa per clausole anticoncorrenziali nel suo sistema di annunci online (AdSense) (theguardian.com). In totale, 8+ miliardi di sanzioni in pochi anni: un chiaro avvertimento che Google ha giocato sporco nella partita del web.

Magari dire «Non ho nulla da nascondere» sembra sincero finché la sorveglianza appare lontana ma chi la pensa così non accetterà mai di mostrare i propri messaggi privati ad altri. Il punto non è essere paranoici, ma riconoscere che il valore dei nostri dati: e non condividerli con l'azienda che offre di più a Google. Se banche o assicurazioni traessero informazioni segrete dal tuo profilo Google, ne sareste contenti?

Per questo Devol.it continua a sensibilizzare in Italia sul tema e a proporre alternative concrete. Lo slogan è semplice: riappropriamoci della privacy e dei servizi digitali, spezzando i monopoli. Ogni volta che installi un’app etica al posto di una di Google, o scegli un motore di ricerca libero, ti stai riappropriando dei tuoi dati.

Liberiamoci dai monopoli digitali: segui la newsletter dei devol e il movimento DeGoogle, scopri le alternative etiche su servizi.devol.it o altri progetti simili e inizia oggi il tuo percorso di degooglizzazione. La privacy è un diritto: difendiamola tutti insieme!

Perché dovrei deGooglizzarmi?

Oggi più di 3 miliardi di persone usano prodotti Google per cercare informazioni, inviare email, orientarsi, lavorare e molto altro. Ma non facciamoci illusioni: il modello di business di Google non è la tecnologia, non è l’innovazione, è la sorveglianza.
Il loro obiettivo è la pubblicità mirata, che vive di profilazione, raccolta dati e monitoraggio costante.

Google tiene traccia di tutto:

  • delle ricerche che fai,
  • delle tue interazioni online,
  • dei tuoi spostamenti fisici tramite navigatore e GPS dello smartphone.

Ogni frammento della tua vita viene risucchiato in un unico gigantesco profilo digitale, costruito per venderti pubblicità e influenzare ciò che fai, ciò che clicchi e ciò che pensi.

E quando questo sistema finisce spesso sotto processo ma Google se la cava con multe e patteggiamenti che costano una frazione infinitesimale dei miliardi guadagnati grazie ai tuoi dati.

“Google” è diventato un verbo. Ma questo non significa che dobbiamo accettare passivamente che il nostro mondo digitale venga costruito sulle sue regole, è tempo per il deGoogle.

Degoogle

Ecco perché liberarsene è una scelta necessaria, non solo possibile:

1. Raccolta dati senza limiti

Google raccoglie una quantità enorme e diversificata di dati personali.
E anche se promette che certi dati “non li usa per la pubblicità”, il punto è un altro: li raccoglie comunque.
E se li raccoglie, possono:

  • essere rubati,
  • finire in un leak e usati per accedere alle tue risorse online,
  • essere consegnati a governi e terze parti,
  • o semplicemente essere accumulati in eterno per usi futuri.

2. Sorveglianza governativa

Google custodisce e analizza le tue email, i tuoi appuntamenti, i tuoi file, le tue foto, i tuoi spostamenti.
E tutto questo può essere condiviso con terzi, comprese le forze dell’ordine, senza che tu lo sappia.

Negli Stati Uniti, leggi come la Section 702 del FISA obbligano le Big Tech a consegnare dati degli utenti senza mandato.
Di fatto, Google diventa una succursale dei servizi di intelligence.

3. Manipolazione e influenza

Se il loro profitto dipende dalla pubblicità mirata, il loro obiettivo sei tu ma non come utente: come bersaglio.
Ecco perché manipolano risultati di ricerca e mostrano contenuti utili ai loro clienti, non a te. Il loro potere di influenza è enorme e opaco.

4. Addestramento delle IA

Google usa i tuoi dati per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale: dal correttore automatico ai servizi più complessi.
E non puoi disattivarlo. Dicono di “anonimizzare” tutto, ma la fiducia cieca non fa parte della sicurezza digitale.

5. Il giardino recintato

Google crea un ecosistema in cui è difficilissimo uscire: un vero walled garden.
Vuoi un account? Ti becchi Gmail.
Vuoi usare lo smartphone? Devi passare per il Play Store.
Vuoi cambiare email principale? Buona fortuna nel labirinto dei menu.

Non è un caso: è progettato così.
Vogliono tenerti dentro, tracciarti, e impedirti di scegliere alternative.

La verità nuda e cruda

Google è comodo, su questo non si discute.
Ma non è gratis.
Paghi con tutti i dati della tua vita online e offline.

E tutto questo è intollerabile quando sappiamo che esistono alternative semplici, etiche e rispettose della privacy, che restituiscono il controllo dei tuoi dati e delle tue scelte digitali.

Nelle prossime sezioni vedremo come iniziare a deGooglizzarsi davvero.

degoogle

Come deGooglizzare la tua vita

Non serve essere esperti per iniziare. De-Googlizzare è un percorso graduale che qualsiasi persona può fare con pochi passi concreti. Ecco qualche mossa da subito:

  • Cambia motore di ricerca. Ecosia, Qwant e metamotori come SearXNG cercano risultati senza tracciarti. Imposta queste alternative come predefinite nel tuo browser: così puoi cercare sul web senza lasciare impronte sul profilo Google.
  • Difendi la tua email. Passa da Gmail a un provider sicuro ed etico. Ad esempio, mailbox.org, tuta e proton offrono email crittografate, calendario e cloud in Europa. Sposta tutti i tuoi messaggi sul nuovo account, una volta finito e avvisato tutto puoi mantenere Gmail solo per recuperare i più distratti: otterrai più privacy in modo semplice.
  • Cambia browser - Google Chrome sarà anche il più usato al mondo, ma è anche uno dei campioni nella raccolta aggressiva di dati personali. È progettato per alimentare l’ecosistema Google.
    Se vuoi davvero riprendere il controllo della tua privacy, il primo passo è semplice: cambia browser.
    Alternative solide, rispettose dei diritti digitali e molto più trasparenti esistono e funzionano meglio proprio perché non vivono di sorveglianza: sono Brave: un browser veloce, open source, con blocco pubblicità e tracker integrato e Librewolf e Waterfox basati su Firefox ma più sicuri di default. Questi browser non vivono dei tuoi dati e non trasformano la tua navigazione in un prodotto da rivendere. Per una guida pratica e immediata a come navigare più veloci e più sicuri, puoi leggere questo approfondimento: Breve guida per navigare più veloci e più sicuri
  • Cloud e produttività: Google Drive, Calendar e Rubrica sono utilissimi, ma legano i tuoi dati a Google. Una soluzione libera come Nextcloud (istanza italiana dei devol o ospitata da altri) ti permette di avere spazio cloud, documenti e calendario senza dipendere da Google. Nextcloud è open source, crittografa i tuoi file e puoi gestirlo su server europei.
  • Scegli app store indipendenti, liberi, etici, senza tracciamento. Se davvero vogliamo liberarci dal controllo delle Big Tech, non basta cambiare browser: bisogna anche smettere di nutrire il monopolio del Play Store. Lo store di Google è infatti un’enorme macchina di sorveglianza: ogni app che scarichi, ogni aggiornamento, ogni permesso che accetti diventa un altro frammento del tuo profilo digitale che se ne va in mano loro. Per fortuna esistono store alternativi, liberi e trasparenti, che distribuiscono solo app open source, rispettose della privacy e senza pubblicità invasive come lo store F-Droid, un vero e proprio archivio di applicazioni libere, verificate e senza tracciatori. Qui trovi strumenti etici, utili e davvero controllati dalla comunità. Zero tracker, zero telemetria nascosta, zero pubblicità.
    Aurora Store con cui puoi scaricare app che normalmente non sono disponibili sul vostro dispositivo o in Italia, permette di accedere alle app del Play Store senza dover fornire i propri dati.
    IzzyOnDroid invece è un repository complementare a F-Droid che include molte app open source pronte all'installazione, anche quando non sono ancora presenti su F-Droid.
    Questi store non solo non ti tracciano, ma ti restituiscono la possibilità di scegliere software che rispetta chi sei, cosa fai e come usi il tuo dispositivo. È un atto di autodeterminazione digitale: scegliere app libere significa scegliere uno smartphone che lavora solo per te.
  • Smartphone Android libero: Android è di Big G ma esistono alternative senza i servizi Google: ad esempio LineageOS oppure /e/OS eliminano la sorveglianza di Google pur mantenendo funzionalità complete. Questo richiede un po’ di pazienza e capacità tecnica, ma la libertà dai servizi spioni ripaga lo sforzo. Se invece si vuole uno smartphone già pronto all'uso il progetto europeo murena offre un’esperienza mobile rispettosa della privacy e libera da google preinstallata su molti modelli di smartphone oppure se si vuole proprio passare a qualcosa di diverso gli smartphone Jolla (Sailfish OS) permettono di usare linux nello smartphone anche se con molte limitazioni.

Ogni piccolo passo libera un pezzo della tua vita digitale. Devol mette a disposizione guide semplici e una lista di servizi alternativi per iniziare subito la transizione. Usali come punto di partenza per riconquistare privacy e autonomia.

PeerTube: l’alternativa libera e federata a YouTube

Nel panorama dominato da YouTube PeerTube rappresenta la risposta etica, decentralizzata e realmente libera alla distribuzione video online.

Sviluppato da Framasoft, PeerTube nasce per rompere il monopolio video di Google: invece di un’unica piattaforma centrale che controlla tutto, esistono molteplici istanze indipendenti, ciascuna gestita da comunità, associazioni o singoli amministratori. Tutte però comunicano tra loro grazie al protocollo ActivityPub, lo stesso del Fediverso.

Il risultato?
Una rete video federata, senza algoritmi manipolatori, senza profilazione, senza pubblicità invasiva, senza censura.
Un ecosistema dove conta la comunità, non il profitto.

Devol e PeerTube.uno: la prima istanza italiana dei video federati

In Italia, il merito di aver portato per primi questa rivoluzione spetta a Devol, che con l’istanza peertube.uno ha aperto la strada molto prima che il termine “Fediverso” iniziasse a circolare nei media mainstream.

PeerTube.uno è stata la prima istanza italiana attiva, funzionante e orientata alla comunità, un punto di riferimento per chi cercava un modo indipendente, etico e sostenibile di pubblicare video online senza passare da YouTube.

Oggi, PeerTube.uno non è soltanto un pilastro storico, ma anche:

  • l’unica istanza italiana raccomandata dal sito ufficiale di PeerTube
  • una delle comunità federate più attive d'Italia
  • uno dei progetti più solidi e longevi del Fediverso italiano
  • mantenuta da Devol, gruppo pionieristico nei diritti digitali e membro dell’associazione no-profit Fedimedia APS

Questo riconoscimento non arriva per caso: PeerTube.uno è gestita con cura tecnica, trasparenza e una visione politica chiara quella di offrire un’alternativa reale ai monopoli tecnologici, dimostrando che un’altra internet è possibile.

Google nel mirino dell’UE: le multe record

I fatti parlano chiaro: anche le autorità europee sono intervenute, segnalando che Google non è un innocuo benefattore. Di seguito, alcuni casi eclatanti in cui Google è stato inchiodato e sanzionato dall’Unione Europea:

  • Shopping e comparazione prezzi (2017): la Commissione scoprì che Google manipolava i risultati di ricerca per avvantaggiare il proprio servizio Google Shopping. La multa fu di €2,42 miliardi per abuso di posizione dominante.
  • Android (2018): Bruxelles condannò Google per aver imposto l’installazione forzata di Google Search e browser Chrome sui telefoni Android, tagliando fuori concorrenti. Multa: €4,34 miliardi (la più alta nella storia dell’UE fino a quel momento).
  • Servizi pubblicitari AdSense (2019): l’azienda fu multata di €1,5 miliardi per contratti che impedivano ai siti partner di utilizzare servizi pubblicitari concorrenti. Anche in questo caso Margrethe Vestager dichiarò che “il comportamento di Google è illegale secondo le regole antitrust UE”.

Queste pesanti sanzioni confermano quanto denunciato dai movimenti di de-Googlizzazione: Google ha spesso violato le regole del gioco, privilegiando i suoi servizi e soffocando la concorrenza. La lotta per la privacy non è affatto inutile: ce lo ricordano leggi e sentenze.

Devol e l'associazione Fedimedia Italia

Devol.it non è un’iniziativa isolata, ma parte attiva di un impegno più ampio: fa infatti parte di FediMedia APS, un’associazione no profit nata per promuovere i diritti digitali, l’educazione alla privacy e la crescita del Fediverso come alternativa libera e decentralizzata alle piattaforme proprietarie. Insieme ad altri attivisti, Devol sostiene l’idea di un web etico, collaborativo e orizzontale, dove le persone possano comunicare, creare e informarsi senza essere profilate, sfruttate o manipolate da grandi monopoli.

Uniti per un web libero: partecipa anche tu!

La de-Googlizzazione può sembrare una rivoluzione difficile, ma ogni cambiamento comincia da un singolo passo. Il collettivo devol.it invita tuttə a disintossicarsi dalle piattaforme invasive e a scoprire alternative etiche. Sul sito servizi.devol.it e sulla newsletter troverai suggerimenti pratici, guide dettagliate e una lista costantemente aggiornata di soluzioni privacy-friendly. Progetti come scegli.app e lista.lealternative.net raccolgono ulteriori opzioni libere.

Sostituire le app di Google con servizi rispettosi della privacy (offerti da devol e altri attivisti italiani elencati su librezilla) è una scelta di libertà: non serve essere paranoici, ma esigere più controllo sui propri dati. Ogni piccolo cambiamento contribuisce a scalfire il grande monopolio di Big G.

Unisciti al movimento: insieme possiamo ottenere un web più aperto, etico e democratico e liberiamoci da Google. Riprendiamoci la nostra privacy! Seguici anche su telegram e mastodon o iscriviti alla nostra newsletter.

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