Mozilla dice addio a Pocket: una riflessione sul futuro dei servizi online e l'importanza di scegliere servizi liberi come Readeck o Wallabag

Mozilla dice addio a Pocket: una riflessione sul futuro dei servizi online e l'importanza di scegliere servizi liberi come Readeck o Wallabag
le alternative a Pocket: Wallabag e Readeck

Oggi ci troviamo a riflettere su una notizia che ha destato non poca discussione nel mondo della tecnologia e, in particolare, tra gli appassionati di servizi per la lettura e l'archiviazione di contenuti web. Mozilla, l'organizzazione dietro il celebre browser Firefox, ha annunciato l'abbandono di Pocket, il popolare servizio di 'leggi dopo' che aveva acquisito e integrato nel proprio ecosistema.

Questa decisione, sebbene motivata da logiche aziendali e di sostenibilità economica, solleva interrogativi importanti sul destino dei servizi digitali che, pur essendo estremamente utili e apprezzati dagli utenti, faticano a generare profitti sufficienti per le grandi corporazioni. È un copione che abbiamo visto ripetersi più volte: piattaforme che nascono con grandi promesse, costruiscono una base di utenti fedeli, ma poi vengono dismesse o ridimensionate quando non rientrano più in strategie di business orientate al massimo guadagno.

Per molti di noi, Pocket è stato un compagno fedele per anni, permettendoci di salvare articoli, pagine web e video per una lettura successiva, organizzando il nostro flusso di informazioni in un mondo digitale sempre più caotico. La sua scomparsa lascia un vuoto, ma fortunatamente, il panorama dell'open source e del 'Fediverso' offre alternative robuste e, soprattutto, guidate da valori diversi: la libertà, la decentralizzazione e l'impegno della comunità.

In questo contesto, vogliamo presentarvi due soluzioni che rappresentano un faro di speranza per tutti coloro che cercano strumenti affidabili e rispettosi della propria privacy per la gestione dei contenuti web: Wallabag e Readeck. Questi progetti, sviluppati con la filosofia dell'open source, dimostrano come sia possibile creare servizi di alta qualità, sostenuti dalla passione e dalla dedizione di sviluppatori che credono in un internet più aperto e accessibile a tutti, al di là delle logiche di mercato.

Approfondiamo insieme queste alternative, fornendo spunti preziosi per chiunque sia alla ricerca di una nuova 'casa' per i propri contenuti con una panoramica dettagliata delle sfide e delle soluzioni in questo ambito, e vi riportiamo le motivazione sulle nostre scelte relative a Wallabag e Readeck, confrontandole con altre soluzioni e le nostre riflessioni.


In principio

C’erano i segnalibri del browser. Poi sono diventati ingestibili, persi tra un computer e l’altro, vittime di pigrizia o inesperienza. Per un lungo periodo, non servivano nemmeno: bastava digitare qualche parola chiave su Google e, tra i primi cinque risultati, trovavi ciò che cercavi.

Poi è arrivata la decadenza della ricerca online: risultati sempre meno rilevanti, contenuti scomparsi, blog personali abbandonati o sepolti. E così è tornata l’esigenza di salvare le cose, di nuovo. Ma il segnalibro però aveva ora un brutto nemico, il link rot, cioè la scomparsa del contenuto originario.

A quel punto, un semplice link non era più sufficiente. Serviva uno strumento capace non solo di archiviare i contenuti, ma anche di gestirli in modo più strutturato e affidabile.
Con l’esigenza, sempre più chiara, di avere pieno controllo sulle proprie informazioni, preferendo soluzioni libere, online, autogestite o gestite da collettivi no-profit.

Di seguito proponiamo una panoramica dei servizi liberi più interessanti che abbiamo testato e sperimentato:


Karakeep

Screenshot di karakeep

Una delle prime opzioni è stata Karakeep. È uno strumento potente, ma non non molto semplice. Questione di gusti, più che di limiti oggettivi: il design non è il massimo, l’intelligenza artificiale spinta per il tagging invece infastidisce non poco.

Linkwarden

Screenshot di Linkwarden

Abbiamo provato anche Linkwarden, che si sta sviluppando rapidamente e ha un’impostazione semplice, pensata per l’uso personale. Ma, ancora una volta, anche se è un ottimo software, ha ancora molti bug da risolvere. Tuttavia, è bello vedere che questa alternativa open source sta crescendo. Se volete provarlo nell'istanza dei devol è possibile richiedere un invito qui.


Wallabag

screenshot di Wallabag

Wallabag è un veterano, in circolazione dal 2013. L’avevamo abbandonato anni fa, quando ancora pochi capivano bene come funzionava, prima che la qualità della ricerca online iniziasse a calare e il bisogno i conservare pagine importanti aumentasse.

Così, abbiamo deciso di tornare a Wallabag con più consapevolezza.
E dobbiamo dire che è solido. Funziona quasi tutto, ha tantissime app e integrazioni, ma si vede che è un software con qualche anno sulle spalle.

Fa tutto ciò di cui ho bisogno, ma manca una funzione per essenziale: l’evidenziazione del testo sull’app Android. Per farlo bisogna usare la PWA (Progressive Web App), e anche lì con un trucchetto: inserire un commento vuoto. Un workaround macchinoso ma funzionale.

Usando quindi la PWA per evidenziare, e le app native su moltissimi dispositivi per la lettura offline e la condivisione. Ma basta aggiungere un link di YouTube, un PDF o un post di Mastodon per mandare tutto in confusione: il parsing dei contenuti non è sempre all’altezza.
Potete richiedere un account wallabag da qui

In seguito abbiamo provato anche Instapaper, che ci era piaciuto molto, ma a un certo punto abbiamo smesso di usarlo per il costo, per il peggioramento del servizio e soprattutto perchè non avevamo il controllo sui contenuti.


Readeck

Screenshot di Readeck

Proprio mentre rimbalzavamo tra soluzioni non del tutto soddisfacenti e ci rassegnavamo a restare su Wallabag, arriva l’annuncio: Mozilla chiude Pocket.

Non abbiamo mai apprezzato Pocket fino in fondo. Era spinto fortissimo ma mai reso open source e questa cosa non ci è mai andata giù.

Il tema del "read-it-later" è quinidi tornato in auge e Wallabag con Readeck di sicuro sono le soluzioni migliori al momento. A quel punto decidiamo di avviare anche un'istanza devol di Readeck.

Ma man mano che lo usavamo ci ha conquistato. La semplicità è disarmante, e ha esattamente le funzionalità che cercavamo. È talmente semplice che è adatto a tutti, anche a un utente poco esperto tanto è leggero, ordinato, elegante.

L’interfaccia è minimale, forse anche troppo ma nasconde funzionalità eccellenti. Non serve regolare mille impostazioni: funziona subito, bene, come serve.

Risolve tanti dei limiti di Wallabag:

  • gestisce benissimo i thread di Mastodon e i link YouTube,
  • estrae il testo delle trascrizioni rendendo i video ricercabili,
  • ha un ottimo sistema di evidenziazione con più colori,
  • raccoglie tutte le evidenziazioni in una barra laterale accessibile da ogni articolo.

E soprattutto... non c’è bisogno di aprire il post per trovarle: sono lì, tutte insieme, organizzate e chiare.

Un paio di altre cose da sottolineare: la barra laterale ha anche i soliti metadati come i dettagli del link e i tag, ma un elenco di tutti i link trovati nell'articolo raccolti in fondo, semplicemente delizioso! E il menu di condivisione genera un link (e un codice QR) che può essere condiviso con le evidenziazioni disponibili per il destinatario, il link scade automaticamente in 24 ore.

Un'altra gemma nascosta è la libreria OPDS, che consente a un software/dispositivo di lettura di connettersi direttamente a Readeck e fargli esportare un articolo come ePub. Usando KO Reader, una volta che la libreria è configurata si può scaricare un singolo articolo o un'intera collezione.


Una Scelta di Valori: Open Source vs. Logiche di Mercato

La vicenda di Pocket e l'emergere di alternative come Wallabag e Readeck ci offrono un'importante lezione. Mentre le grandi aziende come Mozilla, pur con le migliori intenzioni, sono spesso costrette a prendere decisioni basate su metriche di profitto e sostenibilità economica, la comunità open source dimostra una resilienza e una capacità di innovazione straordinarie. Gli sviluppatori open source, spinti dalla passione e dalla convinzione che la tecnologia debba essere uno strumento di empowerment per tutti, continuano a creare e mantenere servizi di alta qualità, spesso senza alcun ritorno economico diretto.

Questo è il cuore della differenza: da un lato, un modello che, per sua natura, tende ad abbandonare ciò che non è immediatamente profittevole, lasciando gli utenti orfani di servizi utili; dall'altro, un ecosistema collaborativo che si impegna a rendere fruibili e accessibili a tutti strumenti potenti e flessibili, costruiti sulla base di principi di libertà e trasparenza.

Invitiamo tutti a esplorare Wallabag e Readeck, non solo come valide alternative a Pocket, ma come esempi concreti di come l'innovazione possa prosperare al di fuori delle logiche commerciali dominanti. Supportare e utilizzare questi progetti significa contribuire a un futuro digitale più equo, aperto e a misura d'uomo.

Cosa fare ora? Esporta i tuoi dati e prova le alternative!

È il momento giusto per esportare i propri dati da Pocket qui: https://getpocket.com/export e provare a importarli su alternative libere come Wallabag o Readeck, che si stanno dimostrando ottime soluzioni!

Invieremo le credenziali di accesso a tutti gli utenti attivi di mastodon.uno e pixelfed.uno. Se non l’hai ancora fatto, puoi farne richiesta da qui:

Per chi non è attivo, è possibile diventare un Patreon di Devol per ottenere gratuitamente entrambi i servizi Readeck e Wallabag: https://patreon.com/DevolItalia

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